La Biblioteca Italiana delle Donne segnala per il Giorno della memoria alcuni libri
Il 27 Gennaio, il mondo si ferma per ricordare, attraverso la Giornata della Memoria, la tragedia dell’Olocausto. Proprio in questo giorno, ma nel 1945, le truppe dell’Armata Rossa liberarono il campo di concentramento di Auschwitz, creato dai tedeschi nella Polonia occupata. Il Giorno della Memoria dell’Olocausto è stato istituito in Italia nel 2000 e, ufficialmente, nel 2005, dall’Assemblea Generale delle Nazioni Unite, al fine di condannare “senza riserve” l’intolleranza e l’odio verso persone e comunità, motivato da differenze politiche religiose ed etniche, e ricordarne le vittime.
Come Biblioteca Italiana delle Donne, ribadiamo la nostra condanna verso l’Olocausto, un genocidio calcolato e studiato a freddo, di milioni di esseri umani, fra cui le donne, che dovettero sopportare, inoltre, il peso di specifiche ed efferate violenze di genere. Le donne, tutte, hanno dimostrato una fortissima capacità di resilienza all’interno dei ghetti e dei campi di concentramento, di lavoro e di sterminio e sono state protagoniste attive della lotta per la Resistenza europea al nazi-fascismo.
La Biblioteca conserva, tra i suoi libri, memorie e testimonianze delle donne che vissero quei terribili anni. Tutti libri possono essere presi in prestito. Orario della biblioteca: lunedì-giovedì: 9-18, venerdì 9-14
Ecco alcuni titoli:
– Donne e Shoah di Anna Foa e Francesca Nodari – Mimesis, 2021
Le autrici, Anna Foa e Francesca Nodari, rispettivamente storica e filosofa, affrontano il tema della femminilità negata durante la Shoah attraverso il racconto delle sopravvissute, che nonostante le drammatiche condizioni in cui erano costrette a vivere, cercano di non lasciarsi andare prendendosi cura della propria persona. La deportazione femminile appare in tutta la sua atrocità come una “ferita di genere”.
– Lupini violetti dietro il filo spinato: artiste e poete a Ravensbrück di Katia Ricci – Tufani, 2020
Nel campo di concentramento di Ravensbrück, le prigioniere detenute per reati comuni, figure politiche di varia nazionalità che militavano in organizzazioni antifasciste, ebree, omosessuali e rom, hanno trovato un canale per resistere alla crudeltà e alla violenza attraverso l’arte e la poesia. Il titolo riprende una lettera di Etty Hillesum che, dal campo di concentramento di Westerbork, esprime la sua capacità di cogliere la bellezza anche in condizioni estreme di violenza e privazione.
– Sono figlia dell’Olocausto di Bernice Eisenstein; traduzione di Alba Bariffi – U. Guanda, 2007
Una graphic novel dove Bernice, figlia di genitori ebrei che si sono conosciuti ad Auschwitz poco prima della liberazione, ha bisogno di sapere da loro quello che è accaduto. Bernice vuole conoscere la verità, la sofferenza e le violenze vissute dai suoi genitori, che però fanno fatica a parlare e allora cercherà, con un lo humor tipico ebraico, di ricostruire la memoria.
– Non perdonerò mai di Aldo Pavia e Antonella Tiburzi – Nuovadimensione, 2006
La storia di due sorelle di 12 e 14 anni riscritta grazie alle loro testimonianze. La partenza da Trieste e l’arrivo al campo di sterminio di Auschwitz, fino al ritorno nella loro città che sembra aver dimenticato gli orrori appena passati.
– Ho sognato la cioccolata per anni di Trudi Birger; scritto con Jeffrey M. Green – Piemme, 1999
La storia autobiografica di Trudi, una bambina che verrà rinchiusa prima nel ghetto di Kosvo e poi nel campo di concentramento di Stutthof. Una storia anche di amore, di una figlia verso la propria madre che decide di non abbandonare rischiando la propria vita. Questo legame così forte la sosterrà anche mentre la stanno conducendo al forno crematorio.